
rovincia di Pavia da almeno due decenni manca di una visione e che fatica a prendere coscienza di quale sia la sua vocazione. Anche lui ha sottolineato l’importanza di entrare nel circuito milanese e, paradossalmente, la mancanza di trasporti pubblici efficienti ha allontanato Vigevano dal capoluogo lombardo mentre altre aree competitive con Vigevano per la filiera calzaturiera si sono avvicinate grazie agli investimenti infrastrutturali. Esempio significativo: Parabiago. L’area vigevanese e lomellina viene sistematicamente sacrificata dalle scelte di Regione Lombardia guidata da decenni dalla destra: i dati lo dimostrano. Facendo confronti con altri territori, si vede che RFI ha quadruplicato i fondi per la linea Rho-Gallarate, mentre per il Sud Ovest Milano e la Lomellina erano previsti soltanto 120 milioni di euro del PNRR per raddoppiare i 5 km della tratta Albairate-Abbiategrasso. Poi si è saputo che questo finanziamento è stato perso perché la progettazione è andata troppo per le lunghe e per l’esplosione dei costi (oggi ci vorrebbero 280 milioni di euro per il raddoppio) ma Vigevano sarebbe stata comunque esclusa. Il piano commerciale di RFI prevede che se ne riparli dal 2028 in avanti. “È possibile – si è domandato il consigliere PD – che su 23 miliardi di euro di investimenti PNRR sulla rete ferroviaria regionale solo 120 milioni fossero previsti per questa linea, che è tra le più carenti d’Italia ma anche tra le più strategiche?”. Una chance per il potenziamento della linea Milano-Mortara potrebbe venire dalla costruzione della linea metropolitana M4, che avrà come primo interscambio San Cristoforo, hub dell’area Sud di Milano. Ai Vigevanesi per raggiungere quella stazione bastano 20 minuti e questo potrebbe significare entrare nel sistema Milano.
In seconda battuta è intervenuto il segretario provinciale della Cgil Fabio Catalano sul tema del mercato del lavoro in Lomellina. “È mancato in provincia – ha esordito – un governo della cosa pubblica che sapesse orientare le scelte rispetto ad alcune filiere. Scelte che non possono essere compiute dal privato”. In provincia si pone il tema della attrattività degli investimenti e dei lavoratori ma le condizioni di questi ultimi sono negative. Da due anni il mercato del lavoro è molto precarizzato: l’80% dei nuovi avviamenti avviene con contratti di lavoro precario. Lavoro precario significa retribuzione più basse che nel resto della regione. Sullo sfondo c’è il tema di quale sia il modello del fare impresa. Purtroppo conosciamo tutti i casi di aziende come Moreschi o Fiscatec. “Quale può essere il ruolo dell’amministrazione comunale – si è domandato Catalano – per intervenire su situazioni di questo tipo? Penso che sia riduttivo che un sindaco si appelli al libero mercato. Servono invece politiche attive per rendere un territorio attrattivo”.